La santolina è un’erba rustica, dalle tante proprietà. Eppure, viene fin troppo trascurata nel nostro Paese, nonostante sia possibile coltivarla sia in pieno campo sia in vaso. Vediamo quindi perché non dovrebbe mancare nel tuo orto e come coltivarla.

Quali sono le proprietà

Esistono diverse varietà di santolina, accomunate dalle foglioline grigio-argento coperte da una leggera peluria. La pianta emana un profumo intenso e piacevole, tant’è che l’olio essenziale ricavato dalle foglie viene usato anche in ambito cosmetico.

Di recente, gli studiosi hanno messo in luce le proprietà antinfiammatorie e antiossidanti della Santolina Chamaecyparissus. Questo spiega perché il decotto di santolina sia da secoli usato contro i dolori mestruali, oltre che per favorire la digestione e alleviare i bruciori di stomaco.

L’olio essenziale di santolina aiuta a rilassare e a favorire il sonno: strofinare le foglie sulla pelle placa l’ansia e aiuta a dormire meglio. Poche gocce di olio essenziale in un diffusore hanno pressapoco lo stesso effetto e, in più, tengono lontane le zanzare.

Infine, il profumo aggrumato della santolina si sposa bene con i piatti a base di pesce, in particolare quelli preparati alla griglia o alla brace.

Moltiplicazione per seme o talea?

Dato che la santolina è una pianta rustica, farla moltiplicare è piuttosto semplice. Puoi comprare direttamente le piantine in vivaio; se però conosci qualcuno che ne ha già qualche pianta, puoi procedere in uno di questi modi.

  • I semi della santolina germogliano con una certa facilità, ma bisogna muoversi d’anticipo: essendo molto piccoli, è consigliata la semina in semenzaio, a partire dalla fine di febbraio. I semini vanno coperti da pochi millimetri di terra e mantenuti sempre umidi.
  • La talea è una soluzione più pratica, se hai a disposizione una pianta madre dalla quale partire. I rami vanno tagliati a fine estate; i migliori sono quelli giovani e prelevati da posizioni apicali, che siano lunghi almeno 8 cm. Dopodiché, ti consigliamo di seguire lo stesso procedimento della talea di rosa canina.
  • La divisione dei cespi è forse il modo più veloce per far moltiplicare la santolina. In primavera, estrai la pianta dal terreno facendo attenzione a non rovinare le radici. Dovresti vedere una grossa radice orizzontale (il rizoma) dalla quale fuoriescono le altre radici e i fusti delle piante. Taglia il rizoma per separare le piantine e trapiantale separatamente.

Come coltivare la santolina

È comune trovare piante di santolina in campagna e nei prati abbandonati, ovunque ci sia abbastanza luce. Non teme né il freddo né il caldo, ma è sensibile all’eccesso di acqua e ai ristagni idrici.

Per coltivare la santolina in pieno campo, basta scegliere un punto con una buona esposizione e assicurarti che il terreno sia drenante. Se il terriccio è argilloso, vi va aggiunta un po’ di sabbia per alleggerirlo ed evitare pericolosi accumuli d’acqua. Inoltre, lascia circa 50 cm tra una pianta e l’altra: la santolina ha un apparato radicale ampio e tende ad allargarsi con grande facilità. Di tanto in tanto, potresti dover eliminare le piante figlie nate dalle piante madri coltivate inizialmente.

Questo è tutto ciò che serve per coltivare la santolina. Non servono concimazioni e, anzi, andrebbero evitate il più possibile: quest’erba preferisce terreni poveri. Eventuali potature servono solo per dare una forma ai cespugli e per tenerne sotto controllo lo sviluppo.

Si può coltivare in vaso?

La santolina è facile da coltivare anche in vaso, purché in contenitori abbastanza grandi e posti in angoli soleggiati. Rispetto alla coltivazione in pieno campo, richiede due precauzioni in più:

  1. trapiantarla periodicamente in vasi più grandi;
  2. innaffiarla quando il terriccio si asciuga troppo.

Le piante cresciute in pieno campo, infatti, riescono ad assorbire l’umidità anche dagli strati inferiori del terreno; resistono così bene alla siccità anche grazie a questo. Le piante in vaso non possono farlo, quindi devi innaffiarle di tanto in tanto.


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