Provare a coltivare la soia nell’orto è una sfida per gli sperimentatori stufi dei soliti fagioli. La soia è infatti una pianta miglioratrice, da coltivare quindi nell’ultima delle fase della rotazione triennale. Invece di rubare azoto al terreno, assorbe quello presente nell’aria e lo trasferisce nel terriccio.

Sarà possibile coltivarla anche in Italia, addirittura nell’orto?

In che periodo si semina la soia?

Il periodo migliore per seminare la soia è tra aprile e maggio, circa due settimane dopo l’ultima gelata. La temperatura del terreno dev’essere di almeno 10°C e le temperature non devono scendere sotto i 15°C. Cerca di non aspettare troppo, però: la soia non ama il freddo, ma neanche le temperature troppo alte.

Se semini la soia a pieno campo, le file devono essere distanti almeno 50 cm l’una dall’altra, mentre i semi vanno piantati a circa 5 cm l’uno dall’altro e a una profondità di 2,5 cm circa. Bagna il terreno quel tanto che basta per inumidirlo e tienilo umido anche nei giorni seguenti.

Una volta che le piantine sono alte 3-4 cm circa, elimina quelle più deboli per lasciare spazio alle altre. Le piante dovrebbero essere distanti circa 10-15 cm l’una dall’altra. In queste prime fasi, stai attento anche alla presenza di erbacce, che potrebbero disturbare le piantine. Una volta che la soia sarà cresciuta, avrai meno di cui preoccuparti.

In quale terreno coltivare la soia

Al contrario di altre piante, la soia non ama i terreni troppo fertili. Il terreno ideale è umido, con buoni livelli di potassio e fosforo. La cosa migliore sarebbe anche inoculare dei batteri azotofissatori, che entrino in simbiosi con la pianta e la aiutino ad assimilare la giusta quantità di azoto.

Dato che i batteri in questione non sono facilissimi da trovare, potresti pensare di aggiungere azoto al terreno con il letame. Ti sconsigliamo di farlo. Livelli troppo alti di azoto danneggiano un po’ tutte le piante, non solo la soia. Anche tenendoti nei limiti consigliati, però, rischi che gli alti livelli di azoto stimolino solo la crescita fogliare. Morale della favola, rischi di avere piante di soia con tante foglie e pochissimi fiori, quindi pochissimi frutti.

Se vuoi concimare perché il terreno è incolto da un po’ – non tutti curano i propri appezzamenti come noi di Orti a Tutto Gas – fosforiti naturali o del solfato potassico. Lascia perdere i concimi organici e i concimi liquidi a base di stallatico.

Come prendertene cura

Le piante di soia hanno bisogno di circa 6 ore di luce al giorno, ma non molte di più: essendo piante brevidiurne, hanno bisogno di notti abbastanza lunghe per fiorire. Se tutto va bene e hai scelto l’angolo dell’orto con la giusta esposizione, le piante producono una i fiori che si trasformano in baccelli. Altrimenti, si limitano a produrre foglie e non fruttificano.

Per evitare la concorrenza di fastidiose erbacce, usa una buona pacciamatura. Ti aiuterà anche per gestire meglio le irrigazioni, che devono essere modeste ma regolari: il terreno della soia dovrebbe essere sempre umido, mentre devi evitare di vaporizzare acqua sulle foglie. La soia è infatti sensibile alle malattie fungine, che prosperano nell’umidità.

Una volta che iniziano a svilupparsi i baccelli, è probabile che molte foglie ingialliscano. È normale: la pianta trasferisce buona parte delle sostanze nutritive ai semi dentro i baccelli, a discapito di tutto il resto. Piuttosto, in questa fase il vero pericolo arriva dalla proliferazione di parassiti, che potrebbero bloccare lo sviluppo dei frutti.

Quando si raccoglie la soia

La soia si raccoglie a fine estate, di solito, ma dipende anche dalla varietà scelta. Devi aspettare che i baccelli siano pieni e la pianta sia quasi del tutto senza foglie. Non aspettare che i baccelli inizino a ingiallire, però: potrebbe essere troppo tardi. Se vuoi andare sul sicuro, raccogli qualche baccello di prova e verifica che si apra con facilità. I semi all’interno dovrebbero essere quasi attaccati tra loro e di colore giallo.


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