Esistono tanti modi per alleggerire un terreno argilloso, ma hanno tutti un grosso problema: presuppongono che tu sia riuscito in qualche modo a lavorare quel terreno così duro. Se così non fosse, come faresti ad aggiungere la sabbia per alleggerirlo?

In questo articolo, ci concentreremo su come lavorare i terreni duri a mano e su come evitare che il lavoro fatto vada perso.

1. Bagnarlo (ma non troppo)

Prima di fare qualsiasi cosa, il terreno dev’essere umido ma non troppo. Se il terreno è troppo asciutto, è duro come un sasso e impossibile da lavorare; se invece è troppo bagnato, è pesante e tende a compattarsi. Quello che cerchi è una sana via di mezzo: quando tocchi la terra, dev’essere umida senza che le dita rimangano bagnate.

Per ottenere questa consistenza particolare, è importante bagnare il terreno in profondità e più volte di seguito. Devi quindi innaffiare bene, aspettare uno o due giorni affinché il terreno assorba l’acqua e innaffiare di nuovo. Dopo aver ripetuto l’operazione per 2-3 volte, aspetta che il terreno si asciughi un po’ e procedi come segue.

2. Grattare la superficie

Anche dopo averlo bagnato in profondità, il terreno sarà troppo duro per procedere direttamente con la zappa. Prima di poterlo fare, devi rompere la crosta superficiale che copre i livelli più lavorabili. A questo scopo, gratta la superficie con il taglio di un piccone in modo grossolano, per ammorbidire il terreno senza renderlo troppo friabile.

Procedi in questo modo finché il terriccio non inizia a diventare meno duro. Si tratta di un lavoro lungo e faticoso, poco fattibile in un orto molto grande.

3. Usare un piccone

Sotto la crosta superficiale, la situazione dovrebbe essere un poco migliore; se hai bagnato il terreno più volte, dovrebbe essere umido ma non bagnato. Se ti rendi conto che l’acqua non è riuscita a penetrare oltre la crosta, bagna di nuovo il terreno e aspetta che raggiunga il livello di umidità visto sopra. Renderà le operazioni successive più facili.

Benché umido, è probabile che il terreno sia troppo duro per la vanga. Il piccone (o comunque un altro attrezzo appuntito) consente di spaccare le zolle e di fare leva sulla punta per romperle in pezzi più piccoli, così da ammorbidire il terreno.

A questo punto, dovresti essere in grado di lavorare il terreno nei modi tradizionali.

4. Aggiungere compost maturo

Una volta fatto l’enorme lavoro di cui sopra, hai tutto l’interesse a mantenere il terreno morbido. Procedi quindi con una prima concimazione a base di compost maturo o humus, se ne hai a disposizione: arricchirà il terreno di materia organica, rendendolo più morbido.

Di solito, la concimazione di fondo dell’orto va eseguita due volte all’anno, ovvero in autunno e prima della semina. Se hai a che fare con un terreno molto duro, è però probabile che sia anche povero di materia organica e ricco di argilla. Ti consigliamo quindi di ripetere la concimazione con una frequenza maggiore.

5. Seminare piante da sovescio

Oltre che fornire azoto e fornire materia organica al terreno, le piante da sovescio rompono le zolle del terreno con le loro radici fittonanti ed evitano che diventino troppo dure. Piuttosto che lasciare l’orto non coltivato, quindi, ti conviene seminarle e lasciare che crescano.

Quando ti servirà il terreno, dovrai tagliarle e interrarle, lasciando che si decompongano per un mese o due. Alla fine del procedimento, avrai un terreno molto più morbido e facile da lavorare.

Quanto tempo serve

Lavorare un terreno duro è un processo che può essere lungo, oltre che faticoso. Molto dipende dalle cause che l’hanno reso così duro, se a causa di un progressivo inaridimento o perché in prevalenza argilloso.

Nei casi più fortunati, potrebbe bastare una lavorazione superficiale, quel tanto che basta per rompere la crosta superficiale. Molto più spesso, serve un lavoro costante di ammendamento del terriccio con materia organica e sabbia, che talvolta può durare anni.

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