Coltivare la santoreggia è davvero alla portata di tutti: considera che normalmente è un’erba spontanea. Puoi tenerla nell’orto, in giardino, perfino in vaso o nel tuo piccolo orto sul balcone. Le sue foglie sono profumate e un po’ piccanti – da qui il nome erba pepe – e sono un ottimo repellente per gli afidi. Puoi quindi coltivarla anche in consociazione con pomodori o altri ortaggi.

Tieni a mente una cosa, quando coltivi la santoreggia: ne esistono più tipi, con sapori e cicli colturali diversi. La santoreggia montana è più piccante ed è perenne; la santoreggia domestica o annua è più delicata e, come potrebbe far intuire il nome, solo annuale.

Coltivare la santoreggia

Esistono diversi modi per piantare la santoreggia nel tuo orto, sia a partire dal seme sia a partire dalle piante. In ogni caso, ricorda di lasciare almeno 25 cm tra una pianta e l’altra e 50 cm tra le file. Se però la coltivi per il tuo uso personale, difficilmente avrai bisogno di più di un paio di piantine.

Semina

I semi della santoreggia germinano con facilità, quindi la semina è forse l’opzione più semplice se vivi in città.

Se desideri avere delle piantine già pronte in primavera, semina in semenzaio tra febbraio e marzo; ad aprile potrai già trapiantare. Data la facilità con cui le piantine spuntano, però, ti conviene seminare a pieno campo intorno ad aprile. Quanto meno le piante saranno già a dimora e non dovrai preoccuparti di trapiantare.

I semi sono molto piccoli: mischiali con un paio di manciate di sabbia e usa la semina a spaglio. In un secondo momento, elimina le piantine più deboli finché quelle rimaste non saranno alla giusta distanza.

Divisione dei cespi

Se hai già delle piante o conosci qualcuno che coltiva la santoreggia, puoi usare la divisione dei cespi. Effettua l’operazione in primavera o dopo l’estate; evita il periodo più caldo.

Talea

Si tratta della soluzione migliore, se hai facile accesso alla santoreggia montana e desideri portarla nel tuo orto. Il procedimento è simile a quello che si effettua per altre piante.

  1. Cerchi un ramo sano e semi-legnoso, lungo circa 15 cm.
  2. Lo tagli con un coltello pulito, per non trasmettere infezioni alla pianta madre.
  3. Lasci il ramo in acqua per un paio di giorni; se lo desideri, puoi agevolare lo sviluppo delle radici con un ormone radicante.
  4. Trasferisci il ramo in un vasetto pieno di terra soffice e umida.
  5. Inumidisci ramo e terreno con uno spruzzino finché non si sviluppano le radici.

La talea della santoreggia va effettuata in autunno, affinché il ramo abbia tutto il tempo per radicarsi. La nuova piantina sarà pronta in primavera.

Come prendertene cura

La santoreggia montana e quella annua si coltivano in modo simile, con l’unica differenza che la seconda va seminata ogni anno. Per il resto, formano entrambe un bel cespuglio e amano i climi temperati e asciutti.

Per mantenere la santoreggia in salute, usa pacciamatura e sarchiatura. Entrambe le pratiche aiutano a tenere lontane le erbacce. In più, la seconda ammorbidisce il terreno ed evita che si forma una crosta superficiale che potrebbe danneggiare la pianta.

Per il resto, bagna la pianta solo quando il terreno è asciutto e pian piano, per evitare che si formino ristagni. La santoreggia è infatti incline alle malattie crittogamiche, spesso provocate proprio dalla troppa acqua. Se la coltivi in vaso, prepara un fondo di argilla espansa per stimolare il drenaggio.

A parte per i marciumi, la santoreggia è resistente a una buona fetta di malattie. Anzi, è addirittura un ottimo repellente per gli afidi. Piantala vicino ai pomodori o alle rose, piante che al contrario sono spesso attaccate dagli afidi.

Hai mai coltivato la santoreggia? Faccelo sapere su Facebook e vienici a trovare a Borgomanero (Novara), per visitare i nostri orti in affitto.


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