I pomodori sono tra le piante che in assoluto impoveriscono di più il terreno. I loro frutti succosi e dolci richiedono infatti fosforo e potassio in abbondanza, senza contare acqua e minerali. Ecco perché chi applica la rotazione triennale non li coltiva mai per due volte di fila nello stesso posto. Sorge però una domanda: allora, cosa piantare dopo i pomodori?
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Evita le solanacee
I pomodori fanno parte della famiglia delle solanacee, che comprende soprattutto piante erbacee e rampicanti. Come i pomodori, sono solanacee anche le melanzane e i peperoni, altre due presenze fisse negli orti italiani. E proprio come i pomodori, anche melanzane e peperone sono piante che tendono a impoverire il terreno.
Questa sarebbe già di per sé una ragione sufficiente per evitare di coltivare le melanzane, ad esempio, dopo i pomodori. C’è però di più.
Le piante che fanno parte di una stessa famiglia sono spesso soggette a malattie simili. Se pianti delle solanacee dopo i pomodori, rischi che eventuali malattie fungine dei pomodori passino a queste. In che modo? Tramite le spore rimaste nel terreno, che sono in grado di sopravvivere per anni.
Ecco perché dovresti non solo scegliere piante meno esigenti, ma anche appartenenti a una famiglia diversa. Questo non annulla il rischio di contagi tra i due tipi di piante, ma lo abbassa a livelli accettabili.
Piante da coltivare dopo i pomodori
La cosa migliore in assoluto sarebbe far riposare un po’ il terreno. Se però vuoi coltivare un orto autunnale e invernale, ecco cosa piantare dopo i pomodori.
Cicoria
Puoi trovare gustosi ciuffi di cicoria selvatica anche passeggiando in campagna o in montagna. Questo dovrebbe darti un’idea di quanto poco esigente sia la cicoria, l’ideale dopo una pianta impegnativa come il pomodoro.
Puoi seminare la cicoria in qualunque momento dell’anno, tranne durante i mesi più freddi dell’anno. Puoi raccoglierla circa 2-3 mesi dopo la semina, quando la pianta ha raggiunto i 15 cm di altezza. Se hai scelto una varietà a taglio, ti basta lasciare un paio di centimetri di colletto per far spuntare foglie nuove.
Scalogno
Lo scalogno è un ortaggio semplice da coltivare e poco esigente. Volendo, potresti perfino coltivarlo in consociazione con i pomodori, tanto va d’accordo con queste piante.
Il periodo in assoluto migliore per lo scalogno è tra febbraio e marzo. Essendo però una pianta molto robusta, tollera bene anche i primi freddi ed è coltivabile anche tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno. L’importante è che le temperature non siano troppo rigide: una gelata improvvisa potrebbe stroncare le piante.
Per andare sul sicuro hai due possibili soluzioni:
- quando inizia a fare freddo, proteggi le piantine con delle piccole serre;
- interra i bulbi a novembre e coprili con uno spesso strato di pacciamatura. Nell’immediato non spunterà niente. Salvo imprevisti, le prime piantine inizieranno a spuntare non appena inizia a fare un po’ più caldo.
Ravanelli
Nel parlare delle varietà di ravanelli più consigliate, abbiamo visto che sono piante semplici da coltivare e senza pretese. Inoltre, sono pronti da raccogliere nel giro di 2 mesi al massimo, se non addirittura di meno. L’ideale da coltivare dopo i pomodori, specie se vuoi sfruttare gli ultimi sprazzi di caldo.
Le varierà migliori da coltivare dopo i pomodori sono i classici Saxa, pronti da raccogliere in 25 giorni. Se le temperature rimangono miti fino all’autunno inoltrato, non avrai nulla di cui preoccuparti.
Fagiolini
I fagiolini nani sono ortaggi che crescono velocemente, pronti da raccogliere in circa 75 giorni. Comprando le piantine pronte da trapiantare accorci ancora di più i tempi, riducendo il rischio che colpi di freddo e acquazzoni autunnali rovinino il raccolto.
Essendo leguminose, i fagiolini sono estremamente benefici per il terreno. Rientrano infatti tra le piante miglioratrici, che arricchiscono il terreno invece che impoverirlo. Ecco perché sono perfette da piantare dopo i pomodori.
Non è mai troppo tardi per l’orto!
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