Coltivare le patate è abbastanza facile, tant’è che ci sono pochi neofiti dell’orto che non si buttano nell’impresa. Scegliere quali varietà di patate coltivare è invece molto più difficile. Dovresti far moltiplicare quelle che trovi al supermercato? Far arrivare strane varietà dall’altra parte del mondo? Dipende da quello che stai cercando e non esiste una sola risposta.

Per darti una mano, ecco qui un piccolo elenco delle patate più buone da coltivare. Secondo noi, ovviamente: si accettano suggerimenti.

Patata Turchesa

Diciamo la verità: non sappiamo se la patata Turchesa sia una delle più buone. Di sicuro, è una delle più strane da coltivare nell’orto. La buccia di questa patata è infatti di un bel viola carico, l’ultimo colore che ti aspetteresti da una patata. Anche la forma è molto più irregolare rispetto a quella delle varietà più diffuse, piena di bozzi e con una occhiatura profonda.

Il brutto e il bello della patata Turchesa è che germoglia in pochissimo tempo. Brutto perché devi sempre pulirla dai germogli, prima di mangiarla. Bello perché si moltiplica con un’enorme facilità: basta interrare le parti germogliate di patata, per avere tante piantine dagli scarti.

Un altro difetto è la difficoltà con cui la si sbuccia, a causa dei tanti bolli. Noi ti consigliamo di farla cuocere con tutta la buccia, proprio per facilitare l’operazione. Volendo, puoi non sbucciarla e basta: se sono patate del tuo orto, lavale bene e mangiale intere. La buccia è sottile e non dà fastidio; inoltre, è ricchissima di antiossidanti.

Patata Rossa di Colfiorito

Proseguendo sulla scia delle patate colorate, troviamo la Patata Rossa di Colfiorito. Questa varietà di patata ha una bella buccia color magenta, ruvida e sottile, e una polpa consistente color giallo chiaro. La forma è allungata e regolare, quasi sempre priva di macchie e bubboni. Diciamo che questa patata è molto più comoda da sbucciare rispetto alla Turchesa. Sempre che tu voglia sbucciarla.

Per coltivarla nell’orto, puoi usare anche le patate comprate al mercato: per legge, è vietato usare prodotti antigermoglianti durante la loro conservazione. Se sono davvero patate Rosse di Colfiorito, dovrebbero germogliare con una certa facilità, a patto che le condizioni siano quelle giuste. Per ottimizzare la “semina”, taglia le patate in pezzi almeno due giorni prima di interrarle.

Patata dell’Alto Viterbese

La patata dell’Alto Viterbese ha un aspetto un po’ più familiare, rispetto alle due viste prima. La sua buccia è gialla e liscia, così come la polpa. Ogni patata è lunga dai 4 cm ai 7,5 cm, è di forma ovale e regolare, quasi del tutto priva di bozzi.

Dato che la polpa ha un tasso di umidità relativamente basso, la patata dell’Alto Viterbese si presta a un gran numero di piatti. Puoi cucinarla al forno, con o senza la buccia; puoi usarla per preparare degli ottimi gnocchi. Se però vuoi davvero tirare fuori il meglio da questo tubero dal sapore intenso, prepara l’olio da frittura.

La patata dell’Alto Viterbese non richiede particolari cure culturali, se non quelle comuni a tutte le varietà di patate. Devi però sapere una cosa: parte delle sue proprietà organolettiche sono dovute al suolo di origine vulcanico. Difficilmente otterrai una copia carbone delle patate acquistate, coltivandole nel tuo orto di Borgomanero. Per avvicinarti, assicurati che il terriccio sia morbido e ricco di potassio.

Patata Primura

La patata Primura è la varietà usata per ottenere la famosa patata di Bologna. Si tratta di una varietà con buccia gialla, liscia e lucida, interrotta solo da profonde gemme. La pasta è color giallo paglierino, più asciutta della media e povera di zuccheri.

La patata Primura è adatta a chi ha fretta di raccogliere, essendo una patata a ciclo precoce: coltivata a marzo, è pronta da raccogliere a luglio. Purtroppo, si conserva per pochi mesi e quindi non è adatta alle scorte invernali. Per preparare le patate arrosto a Natale, dovrai scegliere un’altra varietà.

Si tratta di una patata farinosa, con un gusto delicato. Puoi usarla per preparare gli gnocchi, ma dà il meglio di sé fritta o al forno.


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