Home | Terriccio in inverno: come conservarlo e migliorarlo
Conservare il terriccio in inverno è il problema di tutti gli amanti dell’orto sul balcone. I più optano per la soluzione più semplice: lasciarlo nei vasi e aspettare che torni il sole. Sarà anche la soluzione migliore? E cosa fare del terriccio comprato a fine estate e rimasto inutilizzato?
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Come conservare il terriccio in inverno
In inverno, il terriccio dell’orto domestico andrebbe conservato in un luogo fresco e asciutto, quindi non nei vasi sul balcone.
- Versa il terriccio in un sacco in polipropilene opaco; quello originale andrà benissimo, se l’hai conservato.
- Chiudi bene il sacco, per evitare che vi entrino insetti e semini di erbacce.
- Conserva il terriccio in un posto buio e areato, nel quale non ci siano sbalzi di temperatura.
- Dopo l’inverno, rinfrescalo con circa il 30% di compost.
- Innaffia e mescola il terriccio per 30/40 giorni, prima di usarlo.
Il terriccio conservato in questo modo rimane perfetto anche dopo l’inverno. Al contrario, gli sbalzi di temperatura e l’eccesso di umidità stimolano la formazione di muffe. Inoltre, il terriccio abbandonato nei vasi rischia di essere contaminato da spore ed erbacce, nonché di perdere buona parte delle sostanze nutritive.
Perfino il terriccio dell’orto ha bisogno di una concimazione autunnale, se vuoi che torni fertile in primavera.
Dove conservarlo
Il terriccio inutilizzato può essere conservato in cantina, se l’ambiente è protetto e asciutto. Se invece la cantina è umida, meglio evitare.
Nel caso in cui tu non abbia una cantina a disposizione, puoi utilizzare un mobile chiuso in balcone. L’importante è che i sacchi siano protetti dalle escursioni termiche e dalla pioggia.
Il terriccio scade?
Pur non avendo una data di scadenza stampata sulla confezione, il terriccio in sacchi “scade”. In gran parte dei casi, scade come scadono l’olio o le spezie: li puoi usare per anni, ma col tempo perdono parte delle loro proprietà e del loro sapore.
La scadenza del terriccio è data dalla componente organica al suo interno, come l’humus o il compost. Se non viene usano, i microrganismi che rendono il terriccio fertile muoiono o comunque diminuiscono. Il terriccio rimane utilizzabile, ma contiene meno sostanze nutritive e va quindi arricchito. Per scoprire come fare, ti invitiamo a leggere l’articolo su quali scarti usare per concimare.
Ci sono casi però in cui il terriccio scade nel senso più proprio del termine. Se il terriccio viene conservato male, l’umidità dentro il sacco provoca la formazione di muffe e di microrganismi dannosi. Capita inoltre che animali e insetti si introducano nelle buste, colonizzando il terreno; a volte sono insetti innocui, altre volte purtroppo no.
Come capire se il terriccio è contaminato
Come capire se il terriccio è contaminato? La prima cosa da fare è usare il naso: il terriccio dovrebbe sempre avere un buon odore di terra fresca. Se puzza o ha un odore acidulo, allora c’è uno squilibrio tra i batteri che lo popolano oppure è stato contaminato da spore.
La seconda cosa è cercare tracce di muffa. Quando il terriccio è conservato male, puoi notare tracce biancastre sulla superficie; nei casi peggiori, si forma un vero e proprio tappeto di pelucchi biancastri. Le muffe sono estremamente pericolose per lo sviluppo delle piante, dato che stimolano infezioni e marciumi.
Infine, è importante controllare se ci sono uova o insetti nel terriccio. Non tutti gli insetti sono dannosi, ma bisogna prestare attenzione alle larve di cetonia e ai nematodi. Entrambi i parassiti si nutrono di radici e provocano la morte delle piante che colpiscono.
Se il terriccio dovesse essere contaminato, la cosa migliore è disinfettarlo e concimarlo per reintegrare la materia organica persa.